HO FINITO DI LEGGERE
"Guerra e pace"
cosa ho imparato sulla pace?
Nulla.
Cosa ho imparato sulla guerra?
Molto.
La pace in questo libro
in fondo è data come scontata
come semplice assenza di guerra
mentre quest'ultima
un evento eccezionale
o almeno così è presentato.
La guerra come evento
nutre molto più interesse della pace.
Perché farsi del male
quando si potrebbe stare anche
tranquillamente in pace
è la questione che ogni guerra
pone.
Interessante come Tolstoj
esamini ciò che porta alla guerra
e gli esiti che possa avere.
Su entrambe le cose
per lui non c'è alcuna certezza
non si sa bene perché
si arrivi ad una guerra
che in fondo nessuno vuole
e nemmeno come finirà
dato che le variabili sono talmente numerose
che nessuno può prevederlo.
Eppure
come se gli uomini fossero mossi
da chissà quale demone
si fa la guerra
ci si uccide tra consimili
con estrema violenza
quando magari due giorni prima
ci si trovava assieme a festeggiare
come tra amici.
Anche il potere dei potenti
qui appare molto ridimensionato.
Cosa determina davvero
l'esito di una guerra
non sono in questo caso le decisioni
di Napoleone alla campagna di Russia
ma le innumerevoli situazioni
che vengono a crearsi
ad esempio lo stato d'animo
di ogni singolo uomo che
si trova sul campo di battaglia.
Le decisioni dei generali
sono per lo più atti simbolici
che rimarcano il desiderio
d'esercizio di potere
ma che negli effetti
quando Tizio deve decidere o meno
se schiacciare il grilletto davanti a Caio
non sono determinanti.
Tolstoj nel suo romanzo
descrive un tempo passato
che non gli è nemmeno contemporaneo
ma resta il fatto che ci siano molte similitudini
con le guerre e l'esercizio del potere odierno.
Putin che pensava di smantellare
l'Ucraina in pochi giorni
ad esempio.
Il Popolo palestinese che ad ogni sconfitta
rinasce quasi come la fenice dalle sue ceneri.
Ma credo che anche
il potere effettivo dei potenti
nel determinare come vadano
effettivamente le cose nel mondo
sia molto sopravvalutato.
Interessante a proposito
è constatare come il potere
della Chiesa cristiana
in più di duemila anni di storia
non sia riuscito granché
nell'ottica cristiana dell'amore fraterno
a modificare il mondo
e come i continui appelli alla pace
del compianto Papa Francesco
nonostante la sua considerevole autorità
non abbiano avuto grandi esiti
nei confronti delle svariate situazioni odierne
di conflitto sul pianeta.
Tutto ciò a mio parere fa riflettere
su quanto diamo importanza ai potenti
per migliorarci la vita
e quanto questi
in effetti
non possano un granché
a tal proposito.
Questa considerazione del potere
è del resto vicina a quella
di Venusian People
che vede nelle singole persone
più che nei cosiddetti "grandi"
la possibilità di determinare
un interesse reale e duraturo per la pace.
IL PRIMO MAGGIO
Si festeggeranno i 111 anni
dalla nascita dell'artista bresciano
Guglielmo Achille Cavellini
in arte GAC.
Come già da diversi anni
si farà un pranzo tra amici
questa volta avrà luogo nella sua Brescia
all'Artemisia.
GAC
ricordo
è attualmente uno dei due
Cittadini venusiani onorari.
L'altro è sempre un centenario
ma in questo caso ancora vivente
Edgard Morin (103).
Per questo anniversario
ho preparato un "divertissement"
che proporrò prima o durante il pranzo
e che s'ispira alle smorfie di GAC
che sono a mio modo di vedere
un vero e proprio "Inno alla vita"
ai suoi molteplici aspetti
e sfumature.
Chi ci sarà
gioirà.
Attilio