VENUSIAN/ERIE
IL RESPIRO DI VENERE
è nato
questo libro
che segue le orme del
L'ascensione al monte Tarrabah
ha però
una vita tutta sua.
Già con la copertina
che cita il dipinto
la Nascita di Venere di Botticelli
lo si può comprendere.
Con Venere ciò che è in gioco
è sicuramente la bellezza
ma non solo quella formale
bensì sostanziale
quella che ha a che fare
con il bene.
Un bene che non emana
da ideologie astratte
politiche, religiose…
spesso capziose
ma che ha a che fare
semplicemente con noi
con il nostro
stare e sentirci
bene.
Un bene che passa da ciò
che siamo e sentiamo
il nostro corpo.
Questo soggetto
il corpo
attraversa buona parte
del libro.
Perché è attraverso esso
che noi viviamo
sentiamo
ricordiamo
godiamo
possiamo assaporare
o meno
il gusto della vita.
Il corpo del Respiro di Venere
non è perciò un corpo parcellizzato
non è quello solito
fatto di parti funzionali
quello che la visione tecnica
e per altri versi tecnologica
del mondo
vorrebbe fosse.
Un corpo fatto di cose
come fossimo una semplice macchina
con parti che la fanno o meno funzionare
o come fossimo solo dei numeri
che cambiano a secondo
di come possono essere o meno
applicati alle persone
quanti erano
quanti sono
quanti saranno.
Di questi corpi ne conosciamo
gli usi più mostruosi
certamente
quello della "carne da cannone"
ad esempio
ma nelle nostre società
tecnocratiche e funzionalistiche
se ne potrebbe declinare
tanti altri
forse un po' meno evidenti
ma sempre molto minacciosi.
Il respiro di Venere
è un tentativo di rimettere
al centro l'uomo
non come con l'Umanesimo
a misura dell'universo
ma al contrario
per dar voce all'universo
spesso censurato
che c'è in lui.
Ed è anche per questo che
le parti del corpo lì descritte
sono parti con un nome proprio
non generico
sono la mia mano, non la mano
il mio naso, non il naso…
Questo discorso del corpo
viene fatto
perché se si vuol modificare qualcosa
in questo mondo
ed è ciò che Venusian People auspica
si deve partire dalle radici
si deve partire da come vediamo
le cose.
Senza questa consapevolezza
che il mondo è quello che noi
vediamo d'esso
e che come lo vediamo
non ha a che fare con la sua oggettività
ma con ciò che noi
sappiamo di noi stessi
ogni immagine che osserviamo
potrebbe anche essere solo una
semplice illusione
e non lo sapremmo mai.
Per dar senso alle cose
non possiamo che passare
dal nostro di senso
perché è quello che
ci unisce a loro.
Senza questa attenzione
alla reciprocità
tutto può divenire solo
pregiudizio
ossia il modo peggiore
per cercare di costruire qualcosa
assieme agli altri.
Il respiro di Venere
come del resto anche
il suo libro precursore
è anche un bell'esempio
di questo desiderio
di reciproco.
I tre autori che hanno
realizzato queste opere
ossia io Alessandra e Ignazio
hanno a mio avviso
trovato una via per
percorrere questa strada
tramite una forma
di collaborazione
che ha realizzato
dei libri unici certamente
ma con tantissime sfaccettature
e con una grande ricchezza
di significati
su cui è possibile
confrontarsi
riflettere
e chissà forse anche
riconoscersi.
Il Respiro di Venere
sarà presentato
per la prima volta
a Chiari alla
Rassegna della Microeditoria
l'8 Novembre
alle ore 17.
Vediamoci lì.
Attilio